L’arte del ricamo siciliano

Un rituale tutto al femminile

Filati, gomitoli, matasse di lana, di cotone e di lino hanno sempre legato la vita delle donne, un’antichissimo rituale tutto siciliano. Il filo conduttore nella storia siciliana femminile: il filo che lega, intreccia e unisce. E’ l’arte del ricamo siciliano.

Nel triste distacco dalla madrepatria e dalla terra natìa, la vita dei migranti siciliani, diretti a ovest alla volta delle Americhe in cerca di miglior fortuna, era legata ancora ad un filo.. 

Un filo che si sarebbe ricongiunto una volta salpati in terra straniera per un nuovo inizio.

Il “filo della memoria” che ci lega alla terra natìa, alla tradizione femminile tramandata dalle nostre nonne di generazione in generazione… 

In Sicilia durante il periodo fascista, furono istituite dal governo, le scuole femminili di Arti e Mestieri, dove le ragazze andavano a istruirsi, imparando la meravigliosa arte della tessitura, del ricamo, del cucito oltre allo studio di economia domestica. Lo scopo delle scuole era anche quello di formare le future madri di famiglia, che nel tempo a venire, continuarono a ricamare realizzando più di tremila punti ricamo, oggi di altissimo valore e facente parte del Registro dell’Eredità Immateriali secondo la Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, approvata dall’UNESCO il 17 ottobre del 2003.

Così facendo, le donne iniziarono ad acquisire maggior valore, un’identità sociale tutta al femminile in una società all’epoca, prettamente maschile. 

L’arte del ricamo siciliano

In Sicilia, ricamare significava comunità, condivisione, si ricamava per strada davanti le case a 40 gradi all’ombra d’estate, significava condividere tecniche e anche pettegolezzi,  era la vera socialità, era un vero e proprio rituale tutto al femminile.

La parola in latino “textus”, significa tessuto/tessuti, ma anche intreccio, trama, narrazione. E quindi il tessuto diventa una vera e propria narrazione, la narrazione della società del tempo, la narrazione della storia personale delle donne.

Luoghi tutti da scoprire sulle Madonie

Valle dell’Alcantara

Chiaramonte Gulfi

Nel Ragusano, la cittadina di Chiaramonte ha ideato una tecnica tutta particolare: lo Sfilato Chiaramontano, esposto al Museo del Ricamo e dello Sfilato, dove sono esposti introvabili testimonianze del passato, fra le quali un telaio in legno, oltre ad antichi telai e attrezzi del ‘700 nobiliare siciliano.

L’arte del ricamo siciliano a Mirabella Imbaccari

Uno sguardo tutto nobiliare è quello di Mirabella Imbaccari (CT), chiamato anche “Città del Tombolo“.

Fu grazie ad Angelina Auteri, la nobildonna catanese, baronessa e moglie del Principe Ignazio Paternò Castello, che venne istituito nel 1910 l’Opera del Tombolo, una particolare tecnica di merletto a Tombolo per istruire le giovani ragazze del paese. Oggi è presente in via A.De Gasperi la Mostra Permanente del Tombolo.