Mussomeli e il castello incantato

Il territorio di Mussomeli era abitato, fin dall’antichità, da popolazioni indigene, come dimostrano le tombe scavate nella roccia che è possibile vedere in alcune zone intorno al paese. Il nome deriva dall’arabo Manzil ovvero “dimora, casale” e Mel che significa “bene”Mussomeli e il castello incantato.

Nella zona di Polizzello si possono vedere numerose grotte, che per la loro forma e la loro dimensione sono dette a forno.
Questi sepolcri richiamano alla mente altri sepolcri simili presenti in altre zone della Sicilia, come la necropoli di Gibil-Abib, vicino Caltanissetta.

In contrada Raffe, è possibile cogliere la testimonianza di forme di civiltà successive, risalenti al periodo della penetrazione nell’interno della Sicilia dei Greci di Agrigento i Sicelioti e al tempo in cui i Romani dominarono sull’isola.

I primi abitanti di Mussomeli furono dei pacifici agricoltori, che si preoccupavano esclusivamente della coltivazione della terra incuranti degli avvenimenti politici e militari che interessavano la Sicilia.
Il villaggio, non aveva particolare importanza strategica e quindi non fu teatro di azioni di guerra, come la vicina fortezza di Sutera, che dovette lottare, resistere e soccombere contro tutti i dominatori che nel tempo si avvicendarono in Sicilia.

Diverse genti passarono per i territori del villaggio di Mussomeli, vi furono i sicani, i sicelioti, le dominazioni dei bizantini, dei musulmani,dei normanni, dove fortunatamente Mussomeli non fu centro di guerre e battaglie come invece accadeva nei dintorni  di Castronovo, Cammarata e di Sutera.
Anche sotto la dominazione sveva, quella degli Angioini, nonchè durante la guerra del Vespro, Mussomeli fu ancora un piccolo villaggio di contadini e di pastori, che per loro fortuna non vennero coinvolti nelle numerose e frequenti guerre che insanguinarono tanta parte di Sicilia.

L’attuale centro storico deve la sua genesi al principe Manfredi III Chiaramonte nel XIV secolo, e la terra venne allora chiamata Manfreda, in onore del suo signore che l’aveva resa più importante. La testimonianza storica del nuovo appellativo dato alla terra è contenuta in una lettera regia del 16 novembre 1374 e nel privilegio regio del 4 gennaio 1375.
Le realizzazioni volute da Manfredi Chiaramonte costituirono la premessa essenziale per il progresso e lo sviluppo del paese che nei secoli successivi divenne il punto di riferimento e il centro più importante della zona.

Il territorio, soprattutto in località Montagna Raffe, è denso di manufatti e reperti archeologici che ne narrano una storia plurimillenaria. I romani la scelsero per la sua centralità negli scambi tra occidente e oriente siciliano, mentre il Castello Manfredonico Chiramontano di stile gotico-normanno, costruito su un precedente edificio difensivo araba, si eleva su una rupe fino a 778 metri detto “Il nido D’Aquila”.

Il Castello Manfredonico

Il Castello Manfredonico, sorge su uno sperone di roccia alto 80 metri circa, ed è ubicato nella periferia dell’attuale paese. Fu fatto costruire da Manfredi III° Chiaramonte nel 1370 sfruttando la conformazione della roccia che è a picco dal lato Sud-Ovest mentre è accessibile dal Lato Nord-Est attraverso una strada a gomito su una ripida scarpata. Mussomeli e il castello incantato.
Per la sua posizione, il castello doveva essere difeso soltanto dal lato Nord-Est, infatti da questa parte soltanto esistono alte mura merlate, dentro questo primo recinto si trova la scuderia semidistrutta con volta a botte e direttrice ogivale.
Una seconda cinta muraria a forma di poligono irregolare di 7 lati posta ad un’altezza di 2 metri dal piano circonda la parte abitata del castello, il lato Sud-Ovest fortificato su quattro lati a strapiombo da un muro merlato di altezza regolare su cui sono disposte delle bifore, racchiude i corpi residenziali che poggiano su sotterranei e cisterne; mentre il lato Nord a tre facciate racchiude la cappella e gli alloggi militari, sul portale d’accesso sono scolpiti tre stemmi, due della famiglia Castellar e il terzo posto in alto è della famiglia Campo.
Oltrepassata la porta, si accede alla sala detta dei “Baroni” dove nel 1391 si tenne la riunione che Manfredi promosse per l’indipendenza della Sicilia.
Dalla sala del baroni si arriva alla saletta delle “tre donne” dove, secondo un’antica leggenda: sono state murate le tre sorelle del barone partito per la guerra e dallo stesso trovate morte di fame al suo ritorno.
Dalla stanza delle tre donne si passa alla sala detta del “camino” con volta a crociera; attraverso un passaggio si arriva quindi ad una delle torrette semicircolari.
Proseguendo verso Nord si trova la cappella con un bel portale gotico e divisa da una doppia volta a crociera.

Il castello medievale meglio preservato dalle contaminazione e costruito con un architettura unica al mondo Mussomeli e il castello incantato

L’antico maniero fu abitato fino ai primissimi anni del 1600 e successivamente adibito a carcere. Seguì un periodo di abbandono e di conseguente decadimento. I primi interventi di recupero risalgono alla fine del XIX secolo. Nel 1909 l’onorevole Pietro Lanza incaricò Ernesto Armo, docente universitario alla Facoltà di Architettura di Palermo, di eseguire radicali interventi di restauro.

CURIOSITA’:

Nel 2007 il castello di Mussomeli è stato utilizzato come location per la fiction “L’amaro Caso della Baronessa di Carini“.

INFORMAZIONI UTILI:

CASTELLO MANFREDONICO – Viale del Castello, 93014 MUSSOMELI (CL) – Sicilia- Italia

ORARI di VISITA:

Il Castello è aperto tutti i giorni tranne il LUNEDI’.
dalle 9.30 alle 12.00

TARIFFE
Ingresso gratuito per i ragazzi fino a 7 anni
Da 7 a 20 anni € 2,00
Da 21 a 65 anni € 4,00
Oltre i 65 anni € 2,00

Mussomeli e il castello incantato

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