Piana degli Albanesi

Una Una comunità arbëreshë in Siciliaarbëreshë in Sicilia

Una comunità arbëreshë in Sicilia.

Scopriamola insieme!

Alla fine del XV secolo la penisola Balcanica fu invasa dai Turchi ottomani, e tutte le popolazioni fuggirono verso le coste dell’Italia meridionale, precisamente in Calabria, Sicilia, Campania, Molise, Puglia e Basilicata.
Le zone arbëreshë stanziatesi in Sicilia erano: Piana degli Albanesi, Contessa Entellina, Palazzo Adriano (tradizione arbëreshë scomparsa), Mezzo Juso, Biancavilla (nel catanese, tradizione arbëreshë scomparsa) e Santa Cristina a Gela.
Oggi vi parlo di Piana degli Albanesi (PA) dove vive ancora oggi la comunità arbëreshë piu’ imprtante dell’isola. Intorno al 1485 la comunità arbëreshë sbarcò nei pressi di Sòlunto oggi S.Flavia (PA) e, qualche anno piu’ tardi per timore delle rappresaglie dei turchi-ottomani, la comunità arbëreshë,  decise di spostarsi nell’etroterra stanziondosi nei territori di Monreale.

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Intorno al 1485 la comunità arbëreshë chiese il “diritto di soggiorno” che venne accettato, e si collocarono nella “Pianura della Fusha”. Oggi, è la contrada dove si svolgono tutte le attività sportive e ricreative. L’ambiente era perfetto, ben riparato, fertile e ricco di acqua.
Nel 1488 la comunità arbëreshë ottenne dal re di Sicilia, Giovanni II d’Aragona, il permesso della conservazione di tutte le loro tradizioni e, nello stesso anno alla fine di agosto, vennero stipulati i Capitolidi fondazione.

Questo avvenne anche grazie alla legge dettata dalla Repubblica di Venezia per la ripopolazione di centri disabitati o colpiti da carestie.

Successivamente, Nicolao Trulenchi che era il Governatore dell’Arcivescovado e Procurat. Gen. del Card. Giovanni Borgia, diede alla comunità arbëreshë, 2 dei suoi Feudi in concessione: Merku e Ainidyngli allo scopo di mantenere vivo il territorio rurale, in cambio la comunità arbëreshë, doveva versare ogni anno la decima parte pagare gli erbaggi di raccolta.

Venne stabilito inoltre che triennalmente, la comunità doveva costruire case e doveva versare un totale annuo di 32 onze .

Questo creò una certa economia di grande importanta per il territorio monrealese, e soprattutto, la comunità arbëreshë era spronata anche a macinare il frumento nei mulini della Diocesi ed a pagarne le gabelle.

Sfatiamo il mito del Greco.

Nella licentia populandi, la comunità venne circoscritta in “Nobilis Planae Albanensium Civitas” ma nel cosrso del tempo, il termine erroneamente venne modificato in “Nobilis Planae Graecorum Albanensium Civitas”. L’errore comportò che per molto tempo la comunità fu identificata come greca per via del termine “Graecorum” e per via del loro rito ortodosso.

La svolta di Piana degli Albanesi.

Finalmente nel 1941 la denominazione venne nuovamente rivista e modificata a quello attuale corretta: Piana degli Albanesi.

La posizione naturalistica.

Vi suggerisco 4 itinerari naturalistici:

  1. Mt. Maganoce situato a sud-est, interessante per la presenza di un fitto boschetto, meta preferita per i cercatori di funghi.
  2. Mt. Xeravullti direz. nord-est, attraversato dal fiume sotterraneo Gjoni che sfocia nel lago di Piana.
  3. Mt. Pizzuta direz. nord-est, punto moto interessante perchè per arrivare si passa dalla Grotta del Garrone, meta preferita per speleologi ed escursionisti. La grotta presenta nella sua conformità naturale stalagmiti e stalattiti, e addentrandosi in fondo vi si trova un laghetto di acqua gelida. Tutto intorno vi è la presenza di rarissime felci come la lingua cervina e la scolopendria emionitide. Lungo il percorso s’incontrano le famose neviere, in uso fino ai primi anni del ‘900, dove i contadini si accingevano a raccogliere la neve per poi coprirla con della paglia stratificandola per la conservazione e per la preparazione di bevande fresche estive.
  4. Mt. Kumeta in direz. sud ovest, è una montagna rocciosa che preserva numerosi fossili, ricca di muschi e di licheni. Lungo il costone laterale verso Piana, la montagna riporta i segni della ex-cava di marmo molto pregiata. Un esempio di utilizzo è rappresenta nel primo colonnato della Cattedrale di San Demetrio Megalomartire a Piana degli Albanesi. Mentre, di colorazione rosea dello stesso marmo, sono state realizzate le colonne di Palazzo Montecitorio a Roma.

Il Lago artificiale di Piana, costituisce insieme alla lingua arbëreshë, al rito tradizionale e ai costumi d’epoca, uno degli elementi-simbolo di Piana degli Albanesi. Fu costruito nel 1923 con uno sbarramento del fiume Bèlice adibito ad uso idropotabile, agricolo e idroelettricoLa diga, costruita tra i monti Maganoce e Kumeta, fu la prima realizzata in Sicilia. Nel 1999, l’ENEL cedette al WWF un’area del lago ricca di fauna e di interesse naturalistico, dove si possono ammirare:

  1. i codoni, le marzaiole e le alzavole–> in primavera.
  2. l‘uccello svasso maggiore, con il suo piumaggio bellissimo nel periodo riproduttivo, e l’airone cenerino.
  3. il beccamoscino e l’usignolo di fiume–>in prossimità di ruscelli.
  4. le poiane, i gheppi, i falchi pellegrini, i nibbi, le aquile reali e, in periodo di migrazione, anche il maestoso falco pescatore.

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Lingua e tradizione

La musica degli Arbëreshë di Sicilia in primo luogo, è fortemente legata alla tradizione religiosa e alla testimonianza della storica diaspora come il canto “O e bukura More composto da pochi versi dai toni struggenti che esprime il dramma e il dolore di chi è stato costretto ad abbandonare, la terra d’Albania.

La forte identità etnica di Piana degli Albanesi è data anche lingua arbëreshë parlata da tutta la comunità, ed è l’aspetto piu’ bello che perdura ancora oggi, grazie al riconoscimento e alla tutela secondo la lgs.statale 482/1999, e dalla lgs. regionale in ambito amministrativo-locale nelle scuole sull’obbligo di studiare e preservare la  lingua di minoranza etno-linguistica.
Difatti, oggi tutti gli arbëreshë sono bilingui, e la comunità possiede un ampio repertorio orale e scritto di proverbi (fjalë t’urta), modi di dire (fjalë të moçme) e filastrocche (vjershë për fëmijë) di cultura balcanica.

Religione

Il rito religioso di Piana degli Albanesi, costituisce l’eredità più importante della Chiesa Orientale di Bisanzio durante l’Impero Romano d’Oriente. Il rito bizantino, anche detto rito bizantino-greco o rito greco-ortodosso, assieme alla minoranza etno-linguistica dell’ arbëreshë , ai costumi tradizionali costituisce il tratto più importante dell’identità. La forte peculiarità si riferisce ai simboli, alle forme solenni e grandiose delle celebrazioni delle sacre funzioni. In questo contesto, tutto ha un significato: i gesti, i canti, le processioni, i fiori, i profumi, gli incensi, i colori degli abiti tradizionali soprattutto quelli femminili.

Ieri gli abiti, oggi i Costumi.

E’ interessante leggere la grandiosa raccoltà dello storico siciliano Giuseppe Pitré sul Grand Tour in Italia, dove è testimoniata la ricchezza degli abiti arbëreshë.
Leggi Il costume e i gioielli di Piana degli Albanesi – Marina La Barbera.

Abito femminile tradizionale di Piana degli Albanesi, bellissimo ... Fotografia Domenica delle palme , costume tipico albanese PIANA ...

WEDDELL Tour Operator | Tour Albania

Curiosità Culinarie:

Il Cannolo Siciliano parla albanese e mantiene viva la ricetta, grazie alla Sagra che vanta la creazione del MEGA cannolo famoso di Piana degli Albanesi a soli 24 km da Palermo.

Festa del cannolo di Piana degli Albanesi al Sanlorenzo Mercato, 1 ...

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